Oggi ARvis.it compie 13 anni
Ciò che interessa di un compleanno è la torta! Sulla nostra torta oggi ci sono 13 candeline.
Di solito gli anniversari si festeggiano in occasione dei numeri tondi, 10 anni, 20 anni… Ma a noi il 13 piace un sacco! È un numero da anticlimax, un antinumero!
E ne approfittiamo per parlare di persone, usando, in antitesi, la foto di animali.
Parafrasando un aforisma di Henry Ford, nel bilancio annuale si leggono conti e patrimoni finanziari, ma non ci sono le due cose più importanti di un’impresa: la sua reputazione e le sue persone. Il bilancio di quest’anno ci ha dato grandi soddisfazioni, ma niente a confronto della soddisfazione di raggiungere i 13 anni in questo modo. La nostra è un’azienda sana, pulita, trasparente e con un team di persone preparate, appassionate e coinvolte.
Per favorire la crescita e ottenere il successo di un’impresa si deve puntare sulle persone che ne fanno parte. Sembrerebbe scontato, eppure è necessario ricordarlo e metterlo in parole, anche scritte, per non perdere il focus.
Oggi, come sempre, parlare di leader e leadership significa camminare su un terreno scivoloso. Troppo spesso la parola leader fa pensare all’uomo del destino, quello che arriva, comanda e risolve tutto.
Invece vale la pena ricordare ciò che ormai dovrebbe essere sottinteso. Il leader è chi ascolta, comprende e gestisce i talenti che riconosce, favorisce la loro creatività, prepara il terreno per unire le loro caratteristiche e li rende un gruppo, un team affiatato. Nel fare questo il leader deve essere anche pronto ad ascoltare, ad aprirsi alle novità, a seguire i consigli. Senza però perdere la rotta, perché le sirene sono sempre in agguato.
Banalità? Vero. Dovrebbero essere cose ovvie. Eppure, non sono affatto scontate. ARvis.it punta da sempre a questa eccellenza. Come ogni azienda ha bisogno di una leadership. Ma non abbiamo mai giudicato utile all’impresa il boss che sbraita e maltratta le persone per spremerle. La motivazione è la spinta che porta al successo. L’affiatamento del gruppo è la spinta che porta ad andare sul luogo di lavoro volentieri. Lavorare bene insieme per raggiungere un obiettivo comune è stimolante e anche divertente.
C’è almeno un altro elemento che entra in questo percorso di impresa: il rispetto. Altra banalità? Sì. Eppure, il rispetto è ancora sottovalutato. Le persone di un team non devono essere uguali, anzi, proprio per quanto detto sopra, i contributi di diversi talenti vengono da persone che spesso hanno punti di vista diversi, esperienze diverse, età diverse. La diversità è un plus all’interno di un team creativo. Purché ci sia il rispetto, e quindi la comprensione, della diversità.
Però fare un’impresa non significa lavorare in punta di forchetta, non significa sedersi a tavola con il re. Si può perdere la pazienza, si può litigare, così come si può scherzare. Portare il lato umano, comprensivo, creativo nell’ambiente di lavoro significa anche questo. Pur senza dimenticare di distinguere l’ambito lavorativo da quello privato, si può creare un clima rilassato.
Se queste fossero solo parole, sarebbe tutto molto bello e semplice. Invece per portare avanti un progetto come questo si deve faticare molto ogni giorno. Come diceva Ford, questa è la parte di un’impresa che non si vede. Quella che si vede, come far tornare i conti o mantenere un portfolio clienti, è riconosciuta già come faticosa.
E allora perché aggiungere la fatica di rendere un’azienda un’impresa di persone? Perché altrimenti non ne vale la pena!