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Brand journalism: come deve essere la comunicazione aziendale per convincere?

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Le aziende, oggi più che mai, devono costruire una brand reputation solida e di valore se vogliono tenersi stretti i clienti acquisiti e conquistare le nuove generazioni. Ma in un panorama mediatico sempre più dominato dai new media e dalla rapida diffusione delle notizie, saper adottare un approccio comunicativo corretto non è sempre semplice: bisogna saper informare, ma anche coinvolgere, saper attrarre, ma anche ispirare fiducia.

La comunicazione aziendale, insomma, è in continua evoluzione, e richiede sempre più attenzione ai dettagli. In questo clima, il brand journalism si afferma come una strategia efficace per costruire e mantenere una solida brand reputation.

Vediamo allora come deve essere la comunicazione aziendale per convincere davvero.

Brand journalism: superare il paradosso tra informazione e marketing

Negli ultimi anni, la relazione tra aziende e media è stata spesso caratterizzata da una contrapposizione: da un lato, il mondo dell’informazione ha accusato le aziende di diffondere messaggi promozionali privi di credibilità; dall’altro, il marketing aziendale ha cercato di conquistare visibilità sui media, talvolta trascurando l’aspetto informativo. Questo conflitto, però, rappresenta un paradosso che mina la solidità di entrambi i settori.

L’idea alla base del brand journalism è quella di creare uno scambio virtuoso tra aziende e giornalismo, riconoscendo che entrambe le parti giocano un ruolo chiave all’interno dello stesso sistema. Le aziende non devono essere solo promotrici dei loro prodotti o servizi, ma anche fornire contenuti che informino, educhino e supportino i consumatori, oggi più attenti e consapevoli che mai. In questo senso, il brand journalism diventa un’opportunità per rompere le barriere e stabilire una comunicazione più autentica e trasparente.

Mirando a questo scopo, il rapporto tra giornalisti e professionisti della comunicazione aziendale, spesso caratterizzato da tensioni, può trasformarsi in un’alleanza virtuosa. I giornalisti cercano la verità e l’integrità delle informazioni, mentre le aziende mirano a mantenere la loro credibilità e ad essere percepite come attori responsabili. Se entrambi i mondi lavorano in sinergia, rispettando i ruoli e promuovendo contenuti veritieri, si può contribuire al bene comune: una società informata e consapevole.

Un approccio giornalistico alla comunicazione d’impresa

Per convincere, dunque, la comunicazione aziendale deve assumere un approccio giornalistico, fondato su completezza, precisione e, soprattutto, trasparenza. Questo significa che i contenuti corporate non devono essere percepiti come semplici strumenti di marketing, ma come risorse informative affidabili e sincere. In un contesto in cui la disinformazione e le fake news continuano a diffondersi, le aziende hanno la responsabilità di offrire un’informazione chiara e veritiera.

Adottare un approccio giornalistico implica, naturalmente, sposare la causa della verità. Le aziende devono essere pronte a raccontare la realtà, anche quando non è perfetta, e a rendere pubbliche le proprie sfide e difficoltà, non solo i successi. Questo livello di onestà rafforza la fiducia del pubblico e contribuisce a consolidare una brand reputation credibile. Coinvolgere anche istituzioni, università, editori e giornalisti in questo processo è essenziale, perché l’informazione di qualità è una responsabilità condivisa, che influisce sul futuro delle nuove generazioni.

In questo senso, quindi, il ruolo delle aziende e delle testate giornalistiche come promotori di cambiamento sociale deve andare oltre la logica del profitto. La comunicazione aziendale può essere uno strumento potente per affrontare sfide globali come la sostenibilità, l’inclusività e la giustizia sociale.

Come l’intelligenza artificiale sta trasformando la comunicazione aziendale

Con l’ascesa dell’AI, la creazione e la distribuzione delle notizie sono state profondamente trasformate. Le aziende, che già da tempo non si affidano più esclusivamente ai canali tradizionali, si improvvisano esse stesse creatrici di contenuti, con la possibilità di raggiungere il proprio pubblico direttamente e senza filtri. Tuttavia, questa opportunità porta con sé rischi e responsabilità, a partire dalla credibilità, un asset che si guadagna solo con contenuti di valore e con una visione imparziale di critica propositiva.

Il brand journalism permette di raccontare storie aziendali attraverso un linguaggio accessibile e autentico, con un focus sul valore e sulla trasparenza. Le aziende devono capire come utilizzare questi strumenti per ottenere una maggiore autorevolezza, insieme all’agognata visibilità, senza cadere nella trappola dell’autopromozione eccessiva attraverso contenuti stereotipati.

In questo ambito l’intelligenza artificiale deve essere uno strumento nelle mani del professionista, non un sostituto dell’analisi e del pensiero critico.

La mission del brand journalism: brandizzare le risorse o umanizzare il brand?

La risposta è: entrambi. Ma perché? E come?

Una delle finalità più importanti del brand journalism è brandizzare le risorse, ovverogarantire all’azienda che ogni testo o contenuto prodotto porti i lettori alla conoscenza dei valori e della mission aziendale. Il punto di partenza può essere sempre nuovo, ma ogni dettaglio esplorato di una questione dovrà riportare alla posizione dell’azienda rispetto a quella questione.

Dall’altra parte, però, l’informazione o l’analisi, da sole, non bastano a convincere e conquistare il proprio pubblico, nemmeno se si espongono le “prove” della sincerità nelle informazioni date.Ciò che convince è, invece, un legame umano. Per questo, l’altro scopo del brand journalism consiste nell’umanizzare il brand, un processo essenziale per creare un legame emotivo con il pubblico, che sempre più spesso cerca una connessione.

Ancora una volta raccontare storie rilevanti, condividere esperienze autentiche, evidenziare i successi, ma anche le difficoltà superate, sono strategie efficaci per umanizzare il brand. Il pubblico vuole sapere cosa c’è dietro un’azienda, quali sono i suoi valori più umani. Il brand journalism può fare la differenza nel raccontarlo.

Gestire le crisi reputazionali con il brand journalism

In un mondo sempre più interconnesso e privo di mediazione, abbiamo perso la capacità di dialogare con chi ha opinioni diverse dalla nostra, alimentando conflitti frequenti e polarizzazione sui canali online. Le aziende non sono esenti da crisi reputazionali, spesso dovute a punti di vista o cattive interpretazioni, ancor più che a scelte concrete. Un approccio basato sul brand journalism può fare la differenza nel gestirle con integrità e lungimiranza queste crisi. Un leader che comunica in modo trasparente durante una crisi ha il potere di trasformare una situazione critica in un’opportunità per il futuro. Ma quali sono le strategie da adottare?

1. Comunicare tempestivamente

Non lasciare spazio alla speculazione. Rispondere velocemente aiuta a controllare la narrazione e a evitare che si diffondano informazioni errate o dannose.

2. Essere onesti e trasparenti

Anche se la verità può essere scomoda, affrontarla con coraggio è sempre la scelta migliore. L’onestà del proprio lavoro deve essere esibita, come accade nel giornalismo responsabile: non si può pretendere di essere del tutto oggettivi, poiché ogni comunicazione riflette i valori e le prospettive di chi la crea. Tuttavia, si può e si deve essere onesti, dichiarando apertamente le proprie intenzioni e dimostrando di operare con correttezza.

3. Mostrare empatia e responsabilità

Il pubblico apprezza le aziende che riconoscono i propri errori e si impegnano a rimediare. L’empatia aiuta a costruire un dialogo.

In un momento storico in cui il dibattito pubblico è spesso polarizzato e carico di tensioni, il brand journalism richiede uno sforzo aggiuntivo: difendersi dal “rumore di fondo”. Molto spesso, infatti, ci si trova di fronte a critiche che non nascono da un confronto aperto e costruttivo, ma da attacchi mirati a screditare l’altra parte per finalità personali o interessi specifici. Un dialogo autentico può esistere solo se si superano i pregiudizi e si analizzano i contenuti in profondità, senza fermarsi ai titoli strillati o alle semplificazioni dei riassunti. È qui che le aziende devono lavorare con costanza per proteggere la loro reputazione, non lasciandosi condizionare da chi crea disinformazione o manipola la realtà.

Le crisi possono diventare esperienze di apprendimento, e il brand journalism fornisce gli strumenti per affrontare queste tempeste comunicative in modo efficace, trasformando anche le difficoltà in nuove opportunità per il futuro.

Una comunicazione aziendale convincente e di valore con ARvis

In conclusione, per creare una comunicazione aziendale che sia davvero convincente in un contesto mediatico in continua evoluzione, bisogna accettare la sfida di trovare un equilibrio tra etica, trasparenza e responsabilità. L’obiettivo è garantire al pubblico contenuti di qualità che non solo promuovano l’azienda, ma che contribuiscano a costruire una coscienza critica nei consumatori, elemento fondamentale in un’epoca in cui disinformazione e superficialità possono danneggiare la società.

Il giornalismo d’impresa diventa quindi la scelta strategica più efficace per quelle aziende che desiderano costruire una brand reputation solida e distinguersi con una comunicazione che informi e coinvolga. ARvis offre servizi di ufficio stampa e digital PR per supportare le aziende in questo percorso, combinando competenze giornalistiche e strategie di marketing avanzate, con l’obiettivo di generare un impatto significativo.

Il nostro impegno è volto a garantire che ogni messaggio sia onesto, informativo e costruito con cura per rispettare sia l’etica giornalistica che gli obiettivi aziendali.

La nostra missione è quella di supportare le aziende a creare una comunicazione che convinca e lasci il segno, facendo leva sulla trasparenza e sul valore aggiunto che ogni contenuto può offrire.


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