App e privacy: difendere i dati online!
Una recente ricerca di mercato sull’utilizzo delle App ha messo in luce la paura degli utenti di diffondere dati personali e perdere la propria privacy a diversi livelli.
La ricerca, che ha coinvolto 30.890 persone in 40 Paesi, ha evidenziato come la preoccupazione legata ai dati personali registrati dalle app in uso sul proprio smartphone varia molto da nazione a nazione e anche relativamente ad età e cultura all’interno dello stesso paese.
I risultati principali, raccolti e resi noti da BVA DOXA, in collaborazione con WIN, riportano che il 42% degli intervistati è preoccupato dal fatto che l’uso di alcune app implichi la raccolta e la tracciabilità di dati personali.
Uso di App nel mondo
La quota di coloro che sono contrari all’uso di app che raccolgono e tracciano dati personali varia moltissimo: si va dall’80% in Indonesia al 9% in India e Brasile (l’Italia è al 5° posto con il 60% di contrari).
Il 39% degli intervistati non fa uso di app che raccolgono e tracciano dati personali e questo rifiuto sale al 50% fra gli over 55 e al 62% fra i meno istruiti. Solo il 19% dichiara di non avere alcun problema ad usare questo tipo di app, con valori più alti fra i giovani (25% fra i 18-24 anni) ed i più istruiti (23% tra i laureati).
Il grado di accettazione e rifiuto di app che fanno uso di dati personali varia enormemente fra i vari Paesi. Si va dall’oltre 70% di contrari in Indonesia (80%), Perù (72%) e Vietnam (70%) a meno del 10% in India e Brasile (9%). In Italia i rejectors sono 6 su 10, al quinto posto nel ranking generale.
Privacy, tecnologia e futuro
Lo sviluppo di app mobile e l’uso degli smartphone hanno un impatto ogni giorno più forte sulla vita dei singoli in tutto il mondo. La maggioranza è poco propensa all’uso da parte di terzi di tecnologie digitali per il tracciamento dei dati personali. Anche dietro la promessa di una customizzazione e di un miglioramento di servizi, la fiducia è ancora poca.
Vilma Scarpino, presidente di WIN e amministratore delegato di BVA DOXA, afferma: “Nei vari Paesi si reagisce con modalità decisamente differenti, frutto delle diverse culture in termini di privacy e dei diversi stadi di familiarità con lo sviluppo digitale”.
Applicazioni e dati personali
Le App, essendo programmi caricati su device così personali come gli smartphone, accedono necessariamente ad alcuni dati di base anche se molto generici. Oltre a quelli richiedono quasi sempre anche l’accesso a dati più dettagliati, come ad esempio la posizione geografica.
Se si tratta poi di App che trattano immagini e video, richiedono l’accesso anche a gallerie fotografiche e file caricati negli archivi. Senza considerare le richieste di accesso ai contatti in agenda. Oltre a questo, tracciano il comportamento degli utenti durante il loro uso. In tutti questi casi la tutela della privacy è un costante fattore di attenzione.
App gratis in cambio di dati
Le app gratuite sono le più cercate, ed apprezzate. Ma siamo certi che non c’è un prezzo da pagare comunque? Per avere un buon servizio si deve pur offrire qualcosa in cambio.
Così queste applicazioni, per sostenere i costi di produzione e manutenzione, mostrano annunci pubblicitari e richiedono dati personali, in gran parte utili proprio alla pubblicità online che mostrano. Ma sembra che si sia arrivati già oltre questo stadio, vista la recente notizia secondo la quale alcune app offrono perfino compensi in cambio di dati personali, che verrebbero poi usati per fini statistici.
App Android per difendere la privacy
Per difendere i nostri dati da alcune app, è possibile utilizzare altre… app!
I dati contenuti negli smartphone non vanno solo protetti da grandi aziende e hacker. Anche i curiosi ficcanaso, come parenti, conoscenti e (falsi) amici violano la nostra privacy. Anche per questo scopo sono state create apposite app di sicurezza che bloccano l’accesso ad alcune applicazioni scelte, a file, a foto e a video tramite l’impostazione di password.
È possibile anche nascondere le conversazioni di Facebook o di WhatsApp o crittografare SMS . Alcune possono disattivare automaticamente il collegamento alla wi-fi, oppure scattare un selfie appena si tenta l’accesso non autorizzato, così da lasciare una prova inconfutabile a carico dell’imputato! L’identificazione del malandrino è assicurata!
App online contro il furto
E se poi vi rubano lo smartphone? Anche per affrontare questa disgrazia, questa moderna tragedia, questo dramma dei nostri tempi, esistono opportune app antifurto. Le migliori possono individuare un cellulare rubato (o perso). Se però non c’è proprio modo di recuperarlo si possono sempre cancellare i dati da remoto.
Paura per la privacy
La privacy va tutelata con attenzione, ma anche con cognizione. È necessario conoscere i plus e i minus, per evitare di farsi sopraffare dalla sua stessa tutela e rinunciare ad alcune opportunità. I numeri ci mostrano che i più istruiti hanno minore difficoltà ad utilizzare le tecnologie a tutti i livelli. La conoscenza della tecnologia ci permette di usarla al meglio senza temerla o subirla. D’altra parte, una delle maggiori paure di aziende e professionisti è quella di subire un attacco hacker. Come sempre, la migliore strada è quella dell’informazione attiva, con una moderata dose di critica.